L’ordinanza della Corte internazionale di Giustizia nel caso Sudafrica c. Israele: un momento storico per il diritto internazionale?

di Lina Panella

Il 26 gennaio 2024 è stata una giornata importante (alcuni commentatori l’hanno definita storica) per l’affermazione della giustizia internazionale: infatti la Corte internazionale di Giustizia (di seguito la Corte) ha accolto la richiesta di misure cautelari avanzata dal Sudafrica nei confronti di Israele al fine di proteggere il popolo palestinese da ulteriori e gravi pregiudizi dei loro diritti in violazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine del genocidio del 9 dicembre 1948 (di seguito la Convenzione)

L’ordinanza trova origine nella istanza presentata il 29 dicembre 2023 dalla Repubblica sudafricana per l’avvio di un procedimento contro lo Stato di Israele riguardante sue presunte violazioni nella Striscia di Gaza degli obblighi derivanti dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, della quale entrambi gli Stati sono parti contraenti. Il Sudafrica, infatti, ha accusato lo Stato ebraico di aver mancato al suo dovere di applicare la Convenzione con riferimento agli attacchi sferrati a Gaza in risposta agli attentati di Hamas del 7 ottobre e che vengono approfonditamente documentati nel suo ricorso alla CIG.

Israele si è difeso davanti alla Corte definendo «false e grossolanamente distorte» le accuse mosse dal Sudrafrica e sostenendo di agire per difendersi da Hamas e non contro la popolazione palestinese, nel rispetto del diritto internazionale e del diritto all’autodifesa. Le azioni di Hamas sono certamente da condannare in quanto attuate nell’ambito di un attacco su larga scala contro i civili; pur tuttavia la reazione di Israele, come documentato dal Sudafrica, appare ampiamente sproporzionata rispetto all’attacco subito, violando le norme di diritto internazionale. In base alle informazioni fornite dalla Croce Rossa, dall’Organizzazione mondiale della sanità e da altri organismi internazionali, si parla di più di 25.000 vittime civili. Sicuramente è illegale il blocco totale della Striscia di Gaza, come annunziato dal Ministro di Israele all’indomani dell’attacco di Hamas e realizzato con la chiusura di ogni via di accesso al territorio, interrompendo la fornitura di energia elettrica e impedendo l’arrivo di cibo, acqua e qualsiasi forma di aiuto umanitario attraverso il valico di Rafah, controllato dall’Egitto. Secondo l’accusa mossa dal Sudafrica, come già detto, gli atti posti in essere da Israele dopo l’attacco del 7 ottobre possono essere qualificati come “genocidio”.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.