di Gianluca Ruggiero
Nella sua ultima opera Luigi Ferrajoli affronta i temi e le preoccupazioni principali del nostro secolo, le reali emergenze in un mondo globale, strettamente interconnesso, come la pandemia da Covid-19 ha dimostrato: le catastrofi ecologiche; le guerre nucleari; la produzione e detenzioni di armi; le lesioni delle libertà fondamentali e dei diritti sociali; lo sfruttamento illimitato del lavoro; le migrazioni di massa. Oggi siamo a uno snodo della storia, che non ha precedenti e potrebbe non avere riedizioni; dal 1945 abbiamo le armi della distruzione totale: basterebbe una piccola dosa perché ciò avvenga. Le armi, definite da Ferrajoli beni illeciti da bandire, esistono già prima di essere impiegate; la fine del mondo potrebbe essere indotta anche da un banalissimo errore e nulla garantisce che troveremo sempre un eroico tenente colonello Petrov, che sceglierà di non premere il fatidico bottone; come nulla garantisce che, razionalmente, nessuno prenderà mai l’iniziativa di utilizzare per primo questi mezzi micidiali, vuoi per delirio di onnipotenza, per sindrome di accerchiamento, o in condizione di sconfitta.