La vicenda dei Rom comunitari in Francia e il mutamento delle priorità politiche dell’Ue

di Sergio Carrera Massimo Merlino

Il discorso dell’ex-presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, tenutosi a Grenoble il 30 luglio 2010, può essere considerato come l’inizio della c.d. “vicenda dei Rom in Francia”. In quell’occasione Sarkozy dichiarò «guerra contro trafficanti e criminali» e richiese una riforma politica per migliorare «la lotta contro l’immigrazione irregolare» e prevenire «gli abusi del diritto di libera circolazione» e «la creazione incontrollata di campi rom». Fece inoltre riferimento all’esistenza di 539 «campi illegali» sul territorio francese e annunciò un piano per il loro sgombero in un periodo di tre mesi. Tali dichiarazioni, oltre che a rafforzare il sentimento di criminalizzazione dei Rom già diffuso nell’opinione pubblica, servirono a preparare il terreno per i rimpatri dei Rom comunitari, in particolare di quelli di nazionalità rumena.


Abstract

In 2010 France, when Nicolas Sarkozy was the President, began to evacuate “illegal” Roma camps and to repatriate (also “voluntarily”) hundreds of communitarian Roma, especially when they were of Romanian or Bulgarian extraction: EU Institutions reacted severely, accusing French government to infringe EU law in subject of free circulation and non-discrimination. This paper tries to throw light on the real evolution of French policy about Roma (only formal changes seem to have taken place) and the actual role of the EU: the concept of “re-integration” seems to have got the upper hand over “citizenship”, partially narrowing the sphere of protection of Roma as European citizens.

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