Il nostro “comune sentire giuridico” ci porta ad associare le misure di privazione della libertà a delle sanzioni comminate a persone condannate in giudizio o accusate di aver commesso una determinata fattispecie di reato. In molti Paesi del mondo queste misure riguardano, invece, anche gli stranieri, per il solo motivo di essere sprovvisti di un titolo legale di ingresso o di soggiorno nel territorio di un determinato Stato. Questi migranti sono rei di trovarsi in un Paese senza i documenti necessari, la loro detenzione non è una misura del sistema penale, ma una “banale” questione di natura amministrativa.
La detenzione amministrativa è stata oggetto di molta attenzione da parte degli organismi di monitoraggio dei diritti umani, che nei loro report hanno sottolineato l’enorme impatto sui diritti degli stranieri causato dall’abuso dei poteri detentivi.
Abstract
Administrative detention of foreigners (both migrants and asylum seekers) is a practice widely used by many States around the world. The following essay firstly aims to provide a definition and a delimitation of this kind of deprivation of liberty and to evaluate the consistency of this practice with the respect of international human rights law instruments. Furthermore, it is analyzed the significant case law of the Human Rights Committee and the European Court of Human Rights, highlighting di-vergences and different standards of protection.