Ludovica Durst, Introduzione al ruolo della “sicurezza” nel sistema dei diritti costituzionali, Aracne editrice, Canterano, 2019

di Gabriele Maestri

Il rilievo dato nella società al concetto della sicurezza, nelle sue molteplici accezioni, precede di molto l’avvento della pandemia da Covid-19: gli stessi studiosi da anni vi riflettono, in vari ambiti delle scienze umane, incluso certamente il diritto. Pare inevitabile ricollegare questa centralità della sicurezza al paradigma sociologico della moderna «società del rischio» (sviluppato con accenti diversi da studiosi del livello di Ulrich Beck e Zygmunt Bauman), ma ciò che è accaduto negli ultimi mesi di certo ha indotto nella sfera pubblica varie riflessioni su alcuni aspetti della sicurezza (tutela della salute, capacità del sistema sanitario di far fronte all’emergenza, limiti agli spostamenti o alla fruizione di determinati servizi, riconfigurazione delle attività lavorative e d’impresa, timore di minacce provenienti dall’esterno…). Altri risvolti sono finiti più in ombra e meritano di non essere trascurati, alla pari delle riflessioni che hanno generato tra gli studiosi nel corso del tempo.

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