Diritti umani e violenza contro le donne in Brasile: la necropolitica di genere

di Joice Graciele Nielsson

Questo articolo affronta l’intensificarsi in Brasile negli ultimi anni di misoginia, violenza di genere e femminicidi, riflettendo sull’efficacia delle principali politiche pubbliche preventive, per l’accoglienza delle vittime e punitive che sono state messe in atto per affrontare tali fenomeni e garantire i diritti umani e l’uguaglianza di genere. Nonostante gli indiscutibili progressi in ambito teorico riguardanti gli studi di genere e dei diritti umani dei gruppi minoritari – che hanno favorito il dibattito e la promozione di politiche pubbliche volte a stimolare l’uguaglianza e la riduzione della violenza di genere in Brasile negli ultimi decenni del secolo scorso e nel primo decennio del XXI secolo – il quadro attuale è allarmante, richiede nuove riflessioni e una necessaria riconfigurazione del modo in cui si è finora intesa la violenza di genere. Questo perché l’attualità pone di fronte all’avanzamento di conservatorismo e discorsi autoritari. Tali fenomeni dimostrano la centralità della questione del genere e del predominio dei corpi femminili e femminilizzati che sostengono storicamente progetti di potere capitalistico, autoritario e coloniale che risultano accentuano in certi periodi storici.

Abstract

Considering the recent advance of a conservative front that seeks to disqualify the debate on gender issues and on the increase in violence against women in Brazil, this article intends to explore the existence of a public dimension that articulates biopolitics and necropolitics, executing a kind of a pedagogy of cruelty that sustains a model of power that promotes the destruction of living conditions and the production of death of female and feminized people, rebellious and insubordinate bodies – accentuated by the rise of authoritarian and fascist discourses of power. In the first part, it seeks to understand how the patriarchal, colonial and capitalist state of modernity is consolidating and operates, and the relevance of body control for the perpetuation of its power structure, through the overlap between the bio and necropolitical administration of life and death. In the second part, it intends to configure gender violence as a form of “biopatriarchalist” necropolitics, which has in violence against women one of the ways of perpetuating its signs of domination and power. To achieve these objectives, the research is based on the historical approach method and the inductive procedure method.

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