Carcere e salute. Voci fioche di persone detenute

di Maurizio Esposito

In questo articolo presento alcuni risultati che emergono da una ricerca empirica, costruita attraverso le voci narranti delle persone detenute, sul vissuto socio-relazionale della malattia cronica nelle carceri italiane. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, troverà tali risultati per esteso all’interno della mia monografia Il doppio fardello. Narrazioni di solitudine e malattia di persone detenute, pubblicata da pochi mesi per i tipi della Cedam di Padova, nella collana referata «Sfide sociologiche e ricerca sociale». Il titolo scelto per il libro fa riferimento al concetto che intende la compresenza nell’individuum di una limitazione sia della libertà personale che della salute, in assoluto diritti fondamentali irrinunciabili, tale da produrre una sorta di dividuum, ovvero di individuo scisso e dimidiato, appunto, tra esigenze di trattamento e bisogni di salute.


Abstract

The paper deals, through a sociological approach, the delicate problem of health of inmates in Italian prisons, representing an act of explicit accusations against the prison system as it is today in Italy. After introducing the themes of social inequalities in health, and having framed the right to health also from a legal point of view, we present the results of a qualitative research conducted in prisons in three Italian regions (Campania, Lazio, Emilia Romagna) on a significant sample of inmates with chronic diseases. The survey refers to persons detained who are living an existential condition that limits not only their freedom, but also is the result of chronic diseases that disrupt relations and future prospects, up to denote them as “prisoners-none”, a piece of the population for which the prison serves as a mere “social vacuum”, often with no way out and no real prospects.

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