Autocrazia, Ortodossia, Nazionalità. Le radici imperiali della Costituzione di Putin

di Simone Benvenuti

Sarebbe sbagliato negare le indubbie conquiste di quei tempi, ma ancor più sbagliato non rendersi conto del prezzo oltraggioso che il nostro paese e il nostro popolo hanno dovuto pagare per l’esperimento bolscevico. Sarebbe ancor maggior errore non capire la sua futilità storica. Il comunismo e il potere sovietico non hanno fatto della Russia un Paese prospero, con una società in dinamico sviluppo e con il popolo libero. Si è trattato di una strada verso un vicolo cieco, lontano dalla corrente delle civilizzazioni.

V. Putin, La Russia alla svolta del millennio, in G. Lami, Le parole chiave della Russia contemporanea tra (poca) innovazione e molta tradizione: identità, sovranità e unità», in «NAD», n. 1, 2020, p. 134.

Con queste parole, il 30 dicembre del 1999 il futuro presidente ad interim della Federazione di Russia Vladimir Putin forniva un giudizio sull’esperienza sovietica, delineando gli obiettivi della nuova Russia post-comunista. Dopo il caotico periodo della transizione eltsiniana e a fronte di una situazione economica e sociale definita “drammatica” (un anno e mezzo prima la Russia aveva vissuto lo shock della crisi finanziaria), il tema centrale appariva nelle parole di Putin quello della rinascita dello Stato russo, della costruzione di una società dinamica e democratica, con l’obiettivo di dare al popolo della Russia prosperità e libertà.


Abstract

The article portrays the main elements of the Russian constitutional system as it developed in the last quarter-century. It highlights the resurgence of problems historically rooted in Imperial and pre-Imperial Russia, relating to the intrinsic contradictions of the Imperial-national model driving such developments. The analysis of the State dimension with the notion of “strong State”, of the religious dimension with the growing importance of the Russian Orthodox Church, and of the ideological dimension with the cumbersome Great Russia’s heritage, allows for a clearer distinction between two stages of development of the constitutional system, corresponding to the first and the second decade of Putin’s rule, as well as the limits of the Imperial-national architecture.

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