di Gabriele Maestri
Cosa emerge dalla lettura dei primi 54 articoli della nostra Carta costituzionale, almeno per il lettore attento (anche se non dotato di una formazione specialistica)? “Un’architettura dall’indovinato equilibrio fra dimensione individuale e sociale del cittadino”: è questa l’immagine usata da Paolo Grossi per descrivere il frutto della visione dei (e delle) Costituenti, che ha permesso di mettere per iscritto – riconoscendo, quasi mai creando, ciò che si poteva leggere nell’intimo della società italiana uscita dalla prova del fascismo e della seconda guerra mondiale – principi, diritti e doveri.
Essa è contenuta all’interno di Una Costituzione da vivere, libriccino che l’insigne storico del diritto e Presidente emerito della Corte costituzionale, ha da poco pubblicato con l’editore Marietti 1820, dedicandolo alla nostra legge fondamentale, quei “139 articoli che costituiscono la fondazione etica sociale politica giuridica del popolo italiano”.