di Gabriele Maestri
È ben noto come il concetto di «sicurezza» richiami etimologicamente la mancanza di preoccupazioni (sine cura), tra le quali la paura è certamente l’estrinsecazione più umanamente comprensibile e vissuta, pur nella sua immaterialità. È facile, anche per il costituzionalista, adottare un approccio “topico”, esaminando le singole risposte dell’ordinamento alle emergenze e alle esigenze a queste legate; meno immediato nei tempi che corrono, ma forse ancor più necessario (proprio per quegli stessi tempi, che lasciano poco spazio alla riflessione e all’approfondimento), è riflettere a più ampio raggio, leggendo la sicurezza come condizione e strumento per consentire la realizzazione soggettiva di ciascun individuo.