Diritti umani, violenza e selettività punitiva in Brasile

di Maiquel A. Dezordi Wermuth

Il modus violento di affrontare le questioni legate alla sicurezza pubblica attraverso azioni ostili contro i poveri si riflette nel modus operandi della polizia nelle periferie brasiliane, la cui intensità è stata a lungo oggetto di numerose denunce da parte delle organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani. Degno di nota è il rapporto di Human Rights Watch del 2019, che presenta dati spaventosi sulla violenza (impunemente) generata dalla polizia brasiliana contro i residenti delle periferie. Partendo da tale background, l’obiettivo centrale di questo articolo è analizzare – in una prospettiva “ciclica” della storia, caratterizzata da periodici avanzamenti e arretramenti – come la violenza e la selettività punitiva della polizia si riproducano in Brasile a partire dalla loro origine, che si colloca nello schiavismo: da quando cioè si è posta la questione del controllo sui corpi degli ex schiavi che, sebbene liberati, costituivano ancora una fonte di minaccia all’“ordine”.

Il problema che guida la ricerca può essere così sintetizzato: in che modo lo schiavismo può essere considerato la chiave per comprendere la formazione di una forza di polizia sovrana, che detiene il potere sulla vita e morte della popolazione, evidenziando così il rapporto costituitosi tra violenza e legge, caratteristica propria dello stato di eccezione?


Abstract

The main purpose of the present article is to analyze how violence and police selectivity perpetuate in Brazil from their origins in slavery era. The problem to be solved can be summarized as follows: how can Brazilian slave society be considered as a key for understanding a formation of sovereign police, which presented since the beginning of our history, a power to decide over life or death of oppressed population, evidencing a constitutive trade between violence and law what characterizes the state of exception? The solution is based on the hypothesis that the way of Brazilian police manages misery in the country dates back its origins and history, passing through republican and dictatorship period, as well as across the short experience that marks country’s re-democratization era, presenting no substantial change in its original model. The text is structured in three sections: in the first, it aims to contextualize strategies of control over black population in Brazil during colonial period and incipient Republic by the systematic use of violence; in the second, it seeks to analyze contemporary data on violence and punitive selectivity against country’s black/oppressed population in order to demonstrate, in the third section, the existence of a sovereign police force in Brazil – such as that which was revealed by Agambenian philosophy – responsible for revealing a clear indistinction zone between law and violence, which defines the state of exception. The research is based on phenomenological method.

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