di Giuseppe Naglieri
Nel 1976, Friedrick von Hayek pubblicava il celebre saggio Denationalisation of Money. Nel perseguire in una dimensione ancor più radicale l’avversione verso il nazionalismo monetario proprio della scuola austriaca, il volume teorizzava l’abolizione del monopolio statale sulla moneta, attraverso il quale la politica avrebbe ciclicamente causato, tramite svalutazioni competitive, ondate ricorrenti di inflazione e deflazione, di depressione economica e disoccupazione, come pure l’incremento della spesa, e, con essa, del debito pubblico. Secondo l’autore «l’inflazione, l’instabilità, la spesa pubblica incontrollata e il nazionalismo economico hanno una origine e una cura comune: la sostituzione del monopolio statale della moneta con la competizione nella moneta emessa da emittenti privati, i quali, al fine di preservare la fiducia del pubblico, limiteranno la quantità di banconote emesse così mantenendone il valore».
Abstract
The paper examines the expansion of cryptocurrencies, focusing on their ideological roots, the risks they pose to state sovereignty, and the diverse government responses. Cryptocurrencies, strongly influenced by ideologies of decentralization and financial freedom, have reshaped the financial landscape. However, their impact raises concerns about states’ ability to regulate the economy, tax financial operations, and combat illicit activities. States are responding to this phenomenon with a wide range of policies, spanning from stringent regulations to the adoption of government-backed cryptocurrencies (CBDCs). CBDCs represent an attempt to provide a regulated alternative to cryptocurrencies, enabling states to maintain control over monetary policy. This study provides an analysis of this global financial phenomenon, essential for understanding the future of economic systems and the challenges of monetary sovereignty in the digital age.