di Claudio Cappellieri, Angela Catapano, Italo Cerini, Fabrizio Mancini e Giovanni Mandato
La tematica della privacy, della sua estensione e della sua tutela, nasce alla fine del 1700 in Inghilterra per poi affermarsi negli Stati Uniti d’America. Inteso dapprima come semplice capacità della persona di opporsi alla forza della Corona e derivandone dunque la necessità di determinare precisi limiti all’azione dello Stato nei confronti dell’individuo, il concetto viene meglio rielaborato a fine ‘800. Nel 1890, infatti, il saggio The right to privacy, di Samuel Warren e Louis Brandeis, concettualizza la privacy come the right to be let alone ossia la naturale aspirazione dell’individuo a che la propria sfera privata venga tutelata da interferenze pubbliche o private altrui. Per i suddetti Autori, ogni individuo ha dunque il diritto di essere “lasciato solo” e di proteggere questa sua solitudine allo stesso modo in cui ha diritto di proteggere la proprietà privata. Il diritto alla privacy era costruito, pertanto, come diritto soggettivo al pari di quello di proprietà sul quale viene, in principio, modellato.