Indagine sul contrasto allo sfruttamento lavorativo e di manodopera immigrata in Italia: dalla direttiva europea Sanzioni alla legge Rosarno

di Marco Omizzolo e Pina Sodano

In Italia la presenza degli immigranti nel mercato del lavoro presenta aspetti contraddittori. Molte ricerche mostrano l’esistenza di percorsi di inclusione sociale che consentono di superare condizioni di sfruttamento lavorativo ed emarginazione sociale. Tra questi, ad esempio,l’imprenditoria etnica, che permette a migliaia di persone originarie di paesi stranieri di disporre di una retribuzione regolare e, nel contempo,garantisce mobilità sociale. 

Secondo il Rapporto 2015 sullʹeconomia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, in Italia, le prestazioni pensionistiche di circa 620 mila anziani derivano dalle contribuzioni dei lavoratori immigrati, per un totale di circa 10,29 miliardi di euro di contributi previdenziali versati all’INPS. Esistono poi attività lavorative, emerse in seguito ad alcune ricerche sociologiche e riferite soprattutto a taluni settori specifici (agricolo, dei servizi, del commercio e edile), particolarmente esposti alla tratta internazionale e allo sfruttamento lavorativo.


Abstract

The essay provides a reflection on the socio‐juridical contrast and labor exploitation of migrant labor in Italy, focusing, in particular, on the agricultural sector. The analysis focuses on international trafficking for labor exploitation and analysis of actions aimed at slavery contrast from the doctrine and the Italian law, from the European Directive “Sanctions” and the Rosarno Law. The analysis aims to identify the limitations of these rules in the light of the main sociological analysis on this subject and of the evolution of the international, social and regulatory phenomenon.

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