di Maria Luisa Maniscalco e Ouejdane Mejiri
1. Introduzione: una presenza recente dalle radici antiche
Il radicamento dei musulmani in Europa può essere annoverato tra i principali avvenimenti della seconda metà del secolo scorso e tra i più forieri di mutamenti; oggi non possiamo certo pensare ad una (necessaria) “rifondazione” del patto sociale sia a livello nazionale che dell’Unione Europea senza considerare la componente musulmana delle nostre società.
I musulmani sono la minoranza religiosa più importante in Europa e l’islam è la religione in più rapida crescita. Ma non solo: un punto significativo è rappresentato dal fatto che sempre più l’islam sta diventando espressione di soggettività portatrici di identità culturali e religiose che non si lasciano assorbire o privatizzare, ma al contrario richiedono un riconoscimento anche nella sfera pubblica. A fronte di quello che viene definito l’“islam sociologico”, di quanti si sentono musulmani per retaggio culturale in senso ampio, non tanto per l’osservanza puntuale dei precetti e per la preghiera, quanto per un’etica e per i costumi, emerge un islam che reclama il controllo del campo sociale e degli stili di vita dei credenti e che segna una discontinuità con i valori dominanti in Europa e specificamente con la laicità.