Fortunato Musella, L’emergenza democratica. Presidenti, decreti, crisi pandemica, Editoriale Scientifica, Napoli, 2020

Anche la riflessione politologica può aiutare a leggere gli effetti della pandemia Covid-19 sulle democrazie e sulle loro forme di governo, con le evidenti conseguenze di ciò sui diritti e sulla sicurezza. L’ultimo grave evento, in particolare, si innesta su un fenomeno già esistente, vale a dire la tendenza delle democrazie contemporanee a fare “dell’emergenza uno stato permanente, che ha aperto la strada negli ultimi decenni all’espansione del potere governante”.

L’ultimo anno abbondante, segnato dal Coronavirus, non ha fatto altro che confermare “la primazia dei leader nelle attività di indirizzo politico”, a partire dalle democrazie consolidate. Parte da qui la riflessione del volume L’emergenza democratica, curato da Fortunato Musella (e pubblicato nel 2020 da Editoriale Scientifica).,che prende in esame – oltre all’Italia – cinque ordinamenti europei (Germania, Spagna, Ungheria, Regno Unito, Francia): le misure adottate in tempo di Covid-19 sono il punto di arrivo (o, se si preferisce, di partenza) di un’analisi delle rispettive strade di “monocratizzazione” che certo non ignora il contesto giuridico e costituzionale dei vari paesi.

Il risultato è che al rafforzamento dei leader ha finito per corrispondere un corpo elettorale sfaldato, instabile (e influenzabile), dunque non in grado di costituire un vero limite al nuovo “tipo” di figura di vertice, estremamente personalizzata. Ciò, scrive Musella nelle sue riflessioni finali, “dimostra come sia ancora incerto il destino degli Stati democratici. E quanto sia difficile la sfida di mettere insieme Kratos e Demos nel nuovo scenario”, col rischio – si aggiunge qui – che la leva della sicurezza possa avere un ruolo determinante nella riconfigurazione di quei due formanti.

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