Come ogni anno, il Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, traccia nel suo Rapporto la situazione di richiedenti asilo e rifugiati che si sono messi in contatto con quella realtà e hanno usufruito dei suoi servizi: si tratta di un’occasione periodica importante per tirare alcune somme sul fenomeno migratorio che interessa il nostro Paese e sui migranti che arrivano in Europa (attraverso l’Italia), più che con la speranza di una vita economicamente migliore, alla ricerca di un luogo sicuro e libero da minacce.
Dal rapporto emerge nettamente la crescita delle migrazioni etichettabili come “fughe” da situazioni di pericolo, situazione aggravata – specie per quanto riguarda l’Europa – dalle crisi umanitarie che affliggono determinate aree, a partire dalla Siria. In Italia nel 2014 si sono registrate 64.886 domande di asilo (il 143% in più rispetto al 2013), rispetto ai 170.757 migranti giunti nel nostro Paese: esso si conferma comunque come un luogo di transito, in cui molte persone si fermano poche settimane, nei loro viaggi verso i Paesi del nord Europa. La nazionalità più rappresentata, tra gli accessi conteggiati dal Centro Astalli, è il Mali (oltre il 30% di tutti gli utenti).
Al copioso e crescente afflusso di migranti si è cercato di far fronte in vari modi, sia con strumenti di emergenza (reperimento di vari posti in poco tempo), sia con tentativi di programmazione dell’accoglienza in base ai precedenti arrivi (ampliamento dello SPRAR), mentre resta difficile l’integrazione per i titolari di protezione internazionale (al di là di tentativi sperimentali, anche positivi, ma sporadici e su scala ridotta), essendoci bisogno di un’azione concreta e coordinata da parte delle istituzioni, specialmente per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro e l’esigibilità dei diritti sociali. La situazione è delicata per i sincoli, ancora di più per le famiglie, quasi sempre “condannate” alla precarietà; da segnalare anche le gravi difficoltà di chi si trova in situazioni di particolare fragilità – vittime di tortura, violenza intenzionale o abusi sessuali – e non viene percepito come tale, oppure non riceve sufficienti risposte.
Una sezione è dedicata anche ai pregiudizi presenti tra la popolazione (acuiti dalla crisi e non di rado alimentati dai media), specie quando sono forieri di discriminazioni verso gli stranieri in generale: a questo proposito, il Centro Astalli ha proseguito i suoi progetti didattici sul diritto d’asilo e sul dialogo interreligioso, per una corretta sensibilizzazione della popolazione.
Centro Astalli – Leggi il rapporto e consulta il materiale a esso relativo